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Michele Ragone – Le parole di Danilo Dolci. Anatomia lessicale-concettuale.

€20,00

Da una prima lettura-discussione delle Bozze di Manifesto «Dal trasmettere al comunicare» (1989) Danilo Dolci aveva tratto il convincimento che fosse opportuno chiarire alcuni termini e nessi. Riteneva che il vocabolario è anche uno specchio: per valorizzarlo ad esprimersi e intendersi, occorre imparare a scegliere. Da qui le domande: «Quale il senso delle nostre parole? che ci significano?» Urgeva dunque una Anatomia lessicale-concettuale, che puntualmente appare come premessa a Variazioni sul tema «comunicare» (1991). Di Dolci si ammira la straordinaria capacità di operare distinzioni, di analizzare i concetti, di chiarire i diversi significati con cui spesso vengono usati, di scomporre, contrapporre e ricomporre i termini, talvolta equivoci, dei problemi: violenza/nonviolenza; sistema clientelare-mafioso / comunità organica; trasmettere / comunicare. Ma la contrapposizione più adatta ad esprimere l’intima tensione del suo pensiero, e che tutte le attraversa, è quella che oppone i fatti ai valori, la rozza materia agli ideali, la realtà all’utopia. Ora, a distanza di tanti anni dalla morte di Dolci, un’attenta rivisitazione della sua opera ha consentito di avviare una nuova Anatomia lessicale-concettuale, per meglio cogliere il senso delle sue parole e favorire una lettura diretta dei suoi scritti, semplici e complessi allo stesso tempo.

Pp. 310

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