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Il progresso scientifico ha creato il convincimento di poter risolvere il problema delle malattie mentali con l’uso di farmaci sempre più specifici nel bloccare o stimolare aree del sistema nervoso centrale, che possono di conseguenza ritenersi, nella loro alterazione, origine di disturbi psichici.
Questo lavoro si propone di dimostrare che la causa originaria di ogni malattia mentale e di ogni patologia comportamentale è la perdita di rapporto dimensionale fra l’individuo e l’ambiente.
Il dinamismo della realtà che circonda l’individuo tende ad esaurire anzitempo le sue funzioni psichiche, creandogli disturbi e malattie che, pur avendo risvolti e problematiche diversi, tendono però tutte ad avere un aggravamento progressivo, che può costringere, spesso, il malato, come evento finale, al suicidio. Atto estremo che si verifica più facilmente quando la società, invece di comprendere, penalizza con la violenza l’individuo, violenza che l’individuo fa propria e rivolge contro se stesso.
Di conseguenza si comprende come il farmaco sia solo un sintomatico, la cui somministrazione dovrebbe essere provvisoria, mentre la vera terapia di ogni malattia mentale è di rendere l’ambiente, nel quale l’ammalato è costretto a vivere, idoneo alla sua malattia, rispettando i suoi tempi e i suoi ritmi di vita, dopo aver reso cosciente e rispettoso l’ammalato di tali limiti, che si vengono facilmente a evidenziare nel corso dello sviluppo della sua pcrsonalità e che diverranno poi causa di disturbi o di malattie psichiche più o meno gravi.

Pp. 216, 34 tavv. pitt. a colori